I Panigacci è un ristorantino che nasce nel dicembre del 2009 a Boarezzo, un delizioso villaggio artistico, in provincia di Varese.
Appena varcato l'ingresso verrete accolti dal tepore del camino, dai profumi della cucina, dall'accoglienza di Maurizio e dal suo meraviglioso staff.
Che cosa sono i Panigacci?
I panigacci hanno origini molto antiche, sono diffusi nella Lunigiana e nella Riviera ligure di levante ed
hanno i natali nel paese di Podenzana, dove è stato costituito un consorzio tra i ristoratori.
L’impasto è composto da Acqua, Farina di Grano e Sale. Gli strumenti utilizzati sono i Testi di Terracotta,
il Camino, un Mestolo, le Pinze di Ferro, un Guanto di Cuoio e l’Esperienza.
Il modo migliore per gustare questa specialità è quello di piegare il panigaccio ancora caldo in due,
imbottirlo di salumi e/o formaggi e consumarlo direttamente come un panino.
Per poterli proporre nella versione testaroli, i panigacci, vengono scottati nell’acqua bollente e conditi
con pesto, sugo di funghi o olio e grana.
E infine può essere mangiato anche come dessert con Nutella o miele.
I Panigacci di Boarezzo sono specializzati anche nelle migliori carni cotte alla griglia e nella cucina tipica ricercata.
Abbandonatevi a questa incredibile esperienza culinaria.
Il borgo di Boarezzo, situato in Valganna, è posto su un fianco del monte Piambello è costituito da poche case in sasso, strade strette e viottoli acciottolati ed è circondato da boschi di faggi e castagni, che caratterizzano un paesaggio tipicamente montano.
Leggende e storie tramandate oralmente fanno risalire le origini di Boarezzo intorno al XII secolo e narrano la presenza della famiglia Chini, proveniente da Arezzo, insediatasi per prima nel paese, presumibilmente per rifornirsi di legname atto alla produzione del carbone, di cui questa zona era ricca.
Il carbone prodotto era in seguito trasportato a Milano per mezzo di buoi. La credenza popolare ha ricondotto l’origine del nome del borgo a tale attività e l’espressione corrente “I buoi di quelli di Arezzo” si sarebbe trasformata nel tempo in Boarezzo.
Negli anni il paese si ampliò e la popolazione presente si dedicò, oltre alla produzione e vendita del carbone, all’allevamento di bestiame e al lavoro in una miniera di galena (piombo e argento). Tra ‘800 e ‘900 Boarezzo divenne meta di turismo e villeggiatura delle famiglie facoltose di Como, Milano e Varese che qui potevano godere di una splendida vista sulle Alpi Lombarde e pernottare presso l’Albergo Piambello, che ospitò migliaia di visitatori nelle sue sale spiccatamente liberty, ma che in seguito alla sua chiusura - avvenuta negli anni ’70 - fu abbandonato. Da questo momento il paese fu soggetto, come tutti i paesi montani, ad un progressivo spopolamento, fino a quando il pittore Mario Alioli pensò di rivitalizzare il luogo recuperando la sua vocazione di meta turistica ,attraverso la trasformazione di Boarezzo in “villaggio dipinto”.
Il villaggio così concepito fu dedicato a Giuseppe Grandi (Ganna 1843-1894) e ad Odoardo Tabacchi (Ganna 1836-Milano 1905), due tra le figure più prestigiose dell’intero panorama scultoreo italiano dell’800, nati in Valganna.
(www.vareselandoftourism.com)
IL BORGO DIPINTO
L’ambizioso progetto vide nel suo nascere 16 artisti invitati a creare pannelli dipinti e affrescati che furono collocati sui muri delle case tramandando, in una sorta di “racconto a percorso”, le tradizioni e gli antichi mestieri della vita rurale del luogo.
Nel corso degli anni il borgo si è arricchito di altri dipinti, che creano il percorso “C’era una volta il bosco”, e che raffigurano la flora e la fauna della zona, con una finalità a carattere didattico, rivolta in particolar modo ai bambini, ai quali sono stati dedicati anche corsi di pittura tenuti dal pittore Mario Alioli. L’“Associazione Amici di Boarezzo”, dal 1988 salvaguarda e amplia il ricco patrimonio artistico e ambientale del luogo.
(www.vareselandoftourism.it)
Alcune foto e video del nostro piccolo paradiso
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